L'Itinerario
L'itinerario parte da Morciano di Leuca , un comune del Capo adagiato ai piedi della Serra Falitte, rilievo che lo separa dalla sua frazione, l'antico abitato di Barbarano che, al termine dell'Ottocento si staccò dal vicino Comune di Salve per annettersi amministrativamente a Morciano.
Caratteristiche in breve
Punti di interesse
Approdo di San GregorioMarina di San Gregorio [LE]
Delle strutture di servizio dell’antico porto della città di Vereto, oggi rimangono visibili alcuni grandi blocchi e una cisterna per l’approvvigionamento di acqua dolce. La maggior parte dei resti sono subacquei e sono costituiti da un molo frangiflutti formato da pietrame, che conferiva all’insenatura un aspetto molto più pronunciato verso l’acqua, così come numerosissimi, adagiati sul fondo, sono i frammenti di anfore, preziosi carichi delle navi naufragate al largo.
San Gregorio [LE]
Il suo nome prende origine, probabilmente, da vòlo o vòlu, la terra rossa tipica del comprensorio del Capo di Leuca e che, assieme ad acqua e calce, formava una malta usata a volte dai contadini per compattare i muretti a secco. Il canale ha una profondità di circa
20 metri rispetto al piano circostante, e le condizioni di umidità particolari hanno permesso il lussureggiare di una vegetazione spontanea con essenze tipiche della macchia mediterranea. Il canale si caratterizza anche per la presenza di numerose piccole liame e pajare, utilizzate fino a qualche decennio fa come riparo stagionale per i contadini e i loro animali e come ricovero per attrezzi agricoli. Sul fondo del canale, è tuttora presente un pozzo, circondato da alberi di noce, lecci e allori.
Morciano di Leuca [LE]
All'interno, addossato alla parete, vi è un monolite affrescato con l’immagine della Vergine e il Bambino. La stratificazione di dipinti sulla superficie della stele di pietra registra un trascorrere del tempo che racconta l’evolversi della storia dell’arte medievale e moderna.
Morciano di Leuca [LE]
Un tempo il castello aveva una torre sul versante est che oggi non esiste più: essa venne
abbattuta nel 1507 dal barone Rodolfo Sambiasi per erigere il Convento dei Carmelitani, purtroppo a sua volta demolito negli anni ’60 del Novecento. Attualmente, al suo posto, un edificio in realtà piuttosto anonimo collega il castello alla chiesa, che è una delle sopravvivenze e ricordo di quella comunità, scomparsa già agli inizi del 1800 in seguito
alle leggi napoleoniche sulla soppressione degli ordini religiosi.
Patù [LE]
Vereto, città messapica divenuta in seguito municipio romano. Prima di salire nel cuore dell’antico centro un tempo abitato, occorre dirigersi verso l’attuale paese, Patù, che si estende ai piedi della serra. La chiesa dedicata a San Giovanni che, a una rapida occhiata delle superfici esterne, permette di inquadrarla nel periodo medievale. Le bifore sulla facciata e quelle murate sulla parete esterna absidale parlano di una chiesa tipicamente bizantina. sono ben visibili gli interventi di restauro che hanno permesso poi, nel 1905, il ripristino della facciata e soprattutto della copertura. L’interno è suddiviso in tre navate separate da pilasti, sui quali si conserva un pregevole ciclo pittorico. Ciò che si conosce è, sulla parte sinistra dell’abside, un Cristo e due figure di santi all’interno dell’abside che rappresentano gli strati più antichi dipinti. Le aureole gialle si stagliano nettamente sull’intenso sfondo blu. Nella chiesa è presente un’iscrizione, un cippo funerario di età
romana rinvenuto nelle vicinanze.
Morciano di Leuca [LE]
Sulla facciata anteriore ci sono le due bellissime colonne ricche di decorazioni, su quella laterale due porte: da una si entra in Chiesa, dall’altra in sagrestia. Divisa in tre navate, la centrale è la più grande e di fronte c’è l’Altare Maggiore. I lati sono pieni di statue, affreschi e altari. Entrando, sul lato sinistro, c’è l’altare di S. Giovanni ricco di motivi floreali, di angioletti e di volti sorridenti. La statua del Santo è di pietra leccese. Sul lato destro ci sono tre altari: quello del Santo Rosario, dedicato alla Madonna del Rosario; uno dedicato all’Immacolata e il terzo alle Anime del Purgatorio.
Morciano di Leuca [LE]
La facciata principale è la parte più antica, presenta quattro semi colonne, due per lato, incastrate nella muratura, e due sculture a forma di calice, situate ai lati delle due volute. Lo stemma quattrocentesco con motivi floreali e con l’Angelo Gabriele, che annuncia alla Vergine Maria la venuta di Gesù. L’interno è un’unica navata con volte a spigolo; ci sono quattro altari; in quello centrale è incastonata una schiera di angeli che lo abbelliscono e una nicchia che conserva una piccola statua in cartapesta della Madonna del Rosario. Sul lato destro c’è l’altare dedicato a San Domenico Savio, l’altro è dedicato alla Madonna della Beata Vergine dell’Annunciazione, mentre sul lato sinistro, l’altare è dedicato a Santa Lucia, con l’immagine della Santa in tela, e l’altro altare è dedicato alla Madonna del Carmelo.
Patù [LE]
La Chiesa Madonna di Vereto, le cui fondamenta sono di origine paleocristiana e forse anche più antiche, venne rimaneggiata e assunse l’attuale aspetto a partire dal Seicento per volere dei feudatari di Alessano. All’interno della chiesa, che un tempo era a tre navate, venne rinvenuto durante i lavori di restauro del 1954 un affresco di San Paolo, uno dei più antichi di Terra d’Otranto. Il Santo è raffigurato impugnare una spada sulla quale sono presenti dei serpenti, che si trovano anche sul lato in basso a destra dell’affresco, avvinghiati a formare un caduceo; poco distante, un piccolo scorpione e un ragno. San Paolo diventa così una figura simbolica e sincretica, laddove il cristianesimo si sovrappone all’antico fenomeno pagano del tarantismo. La chiesa è meta di pellegrinaggi in occasione dei festeggiamenti di Ferragosto in quanto dedicata attualmente all’Assunta.
Patù [LE]
A dispetto del nome, i poderosi blocchi di pietra non sono cento ma di meno, in parte disposti a formare i muri e in parte un tetto a doppio spiovente. Si tratta di materiale lapideo di reimpiego, e poiché ne troviamo altri nella chiesa di S. Pietro a Giuliano di Lecce, con tutta probabilità esso doveva provenire dalla cinta muraria e da edifici pertinenti l’insediamento di Vereto. L’interno dell’edificio è separato in due ambienti nel senso della
lunghezza: cinque piedritti (due colonne e tre pilastri) sorreggono un’architrave, che è la struttura su cui poggiano i conci degli spioventi, formata da blocchi con incisi dei triglifi.
Oggi gli esperti affermano con certezza che si tratta di un monumento funebre di epoca medievale che riutilizza elementi messapici.
Morciano di Leuca [LE]
Il palazzo è formato da due corpi separati, uno dei quali non è altro che una sopravvivenza dell’antico convento dei Carmelitani scampato alla demolizione e che aveva l’ingresso da Piazza San Giovanni. Si conservano il refettorio, così identificato per la presenza su una parete di un affresco riguardante l’Ultima Cena e, al piano superiore, alcuni ambienti
la cui conformazione fa pensare immediatamente alle celle dei frati. Lasciata la facciata rosa si noteranno per terra dei cerchi incisi sulle lastre lapidee del basolato: non sono altro che il segno della presenza delle fosse granarie, che vennero rifunzionalizzate per ospitare gli ambienti dei frantoi ipogei, di cui se ne contano all’incirca una ventina nel solo centro storico.