Masseria di Spigolizzi, anche conosciuta come “masseria degli inglesi”. Si tratta di un luogo molto noto ai salvesi (e non solo a loro) per via dei suoi illustri abitanti: Norman Mommens e Patience Gray.
Arrivati nel centro storico di Giuliano, varcata l’unica porta d’ingresso del borgo, a metà di via Fuortes potremmo osservare l’imponente castello feudale del Cinquecento, con le caratteristiche peculiari dell’architettura militare del tempo.
A Patù nella domenica di giugno dedicata al Corpus Domini, nella periferia del paese per visitare i suoi resti del passato più suggestivi e conosciuti si va a trovare la chiesa di San Giovanni.
L’abitato di Vereto è stato frequentato fino all’epoca medievale, spegnendosi gradualmente con il declino del mondo antico e romano sotto la spinta degli invasori goti.
Eretta durante la dominazione bizantina nel Salento, la chiesa di Sant'Eufemia è l'ultima testimone di un casale medievale, Grassano, che vive oramai solo come un nome grafito su alcune carte d'archivio.
Situata nei pressi di un probabile insediamento agricolo di età bizantina, la zona Pozze è caratterizzata da una serie di pozzi collegati a un’unica falda di acqua sorgiva.
Palazzo Ducale, d’impianto tardo quattrocentesco, i cui passaggi di proprietà sono avvenuti tra le più importanti famiglie aristocratiche d’Italia e d’Europa, dai Del Balzo ai Gonzaga per terminare agli Ayerbo di Aragona.
Uscendo dalla chiesa di San Giovanni ci si trova di fronte una costruzione molto particolare e massiccia: si tratta della famosa “Centopietre” (nel Capo diLeuca).
La cripta di Sant’Apollonia oggi non è più visibile perché ricoperta da terra, ma la campagna che tocca il percorso è stata oggetto di scavi archeologici che hanno messo in luce una villa romana dotata di terme.
Arrivare nel complesso di “Leuca Piccola”, come è conosciuto più popolarmente il complesso di “Santa Maria di Leuca del Belvedere”, è arrivare in un luogo che è rimasto pressoché immutato da quasi 350 anni.
Il Santuario è rivolto verso ovest ed è l’ultima versione di numerose distruzioni (e conseguenti riedificazioni) in seguito agli attacchi pirateschi provenienti dal mare.
La chiesa di San Pietro è situata a circa un chilometro di distanza dal centro abitato, facilmente raggiungibile e si trova lungo una stradina incorniciata da muretti a secco.
Arrivati al ponte del Ciolo inizia la seconda fase dell'itinerario, un percorso naturalistico che scorre parallelo tra gli scogli e la strada asfaltata della litoranea, totalmente nascosto alla vista; si avrà l'impressione di attraversare un territorio incontaminato.
Come per altri centri messapici, è ben attestata l’età ellenistica, tra la fine del IV e il III sec. a.C. In questo periodo risale la realizzazione della significativa cinta muraria in blocchi squadrati di grandi dimensioni, di cui si conservano scarsi resti al di sotto delle mura settentrionali di Castello Romasi.
Nel tratto che circonda il sentiero tre di queste grotte prendono il nome di ‘Grotte Cipolliane’, le cavità sorte nella pietra friabile e porosa della zona sono raggiungibili tramite strette diramazioni che si snodano dal percorso principale.
La sua storia affonda le radici nell’età angioina, quando venne eretto in difesa dell’abitato a causa delle frequenti incursioni dei pirati turchi che periodicamente sbarcavano nelle calette lungo la costa ionica e che avrebbero costituito un vero e proprio flagello sino a tutta l’età moderna.
Palazzo Sangiovanni è un edificio rinascimentale edificato sul finire del XV secolo durante la signoria dei Del Balzo. Il palazzo diviene proprietà della famiglia Sangiovanni nel 1643, dopo Pompeo Almotrino e in precedenza del vescovo di Monopoli Francesco Surgente.
Proseguendo il sentiero del Ciolo, dopo circa 150 metri dall'inizio questo si dirama; rimanendo sullo stesso tracciato e proseguendo diritti si ha la possibilità di arrivare poco più avanti ai piedi della Baia dove, al di là di un costone di roccia è presente la Grotta del Ciolo o Grotta Azzurra.
L’edificio risale con ogni probabilità al XVI – XVII secolo. Le spesse mura di cinta in pietra,
alte più di 3 metri, si interrompono in corrispondenza della piccola entrata.
Edificata nel 1574., in origine la chiesa era dedicata alla Madonna Assunta. In seguito all'epidemia di peste diffusasi nel 1800, la popolazione avendo chiesto l'intercessione di San Rocco, questo venne nominato patrono del paese.
A poco meno di due chilometri dall’abitato di Castrignano del Capo - si giunge a un bivio dove, voltando a sinistra, si arriva alla Chiesa della Madonna delle Rasce, dove per “rasce” si intende una trascrizione per “gràscie”, “grazie”.
All’interno del canale del Fano si aprono delle piccole cavità, la più nota delle quali è la Cripta di Pantaleone, non sempre facilmente individuabile e raggiungibile a causa della vegetazione spontanea che spesso occlude l’apertura della piccola grotta.
Il dolmen presenta un volume esterno sopraelevato, mentre la base dell’interno si situa ad un livello inferiore; è difficile stabilire quale funzione avesse, anche se la più plausibile è quella funeraria.
A circa 150 metri dall'inizio del percorso il sentiero del Ciolo si dirama; imboccando il sentiero a sinistra e seguendo una strada in salita si arriva nel punto più alto, a un bivio, dove occorre tenere la destra.
La Cripta di Gonfalone è un importante monumento religioso nei cui pressi, dal Medioevo fino a oggi ogni estate in agosto, si tiene una rinomata fiera agricola e del bestiame.
Sopravvivenza di un’abbazia benedettina femminile che è stata oggetto di un recente restauro e ha permesso al monumento di essere recuperato e reso di nuovo fruibile, dopo quasi due secoli di uso agricolo.
Nel cuore di Giuliano, al centro della piazzetta, c’è la chiesa di San Giovanni Crisostomo, da bravi, moderni pellegrini, se si ha la fortuna di capitare durante gli orari di apertura, occorre fare una breve sosta.
Come si evince da una scritta in latino sul prospetto principale, lo stabile in stile rinascimentale era stato costruito da utilizzare come luogo di ritrovo per amici e conoscenti.
Chiesa di San Giuseppe, eretta tra il 1617 e il 1630.
Si tratta di uno degli snodi più importanti del percorso dei pellegrini, che ormai potevano scorgere da lontano - per la prima volta - la meta finale del loro viaggio: il Santuario di Leuca.
Edificata nel 1959 su commissione di Rocco e Maria Stasi, la Cappella è l'espressione di una devozione popolare verso la Madonna (molto sentita nel Capo) che si intensifica nel mese di maggio quando vi si celebrano le funzioni religiose.
La contrada Macchie Don Cesare è quel luogo dove la storia ama nascondersi sotto ai nostri piedi: tutt’intorno si estende una delle necropoli più importanti del Mediterraneo.